DANTE MAFFIA

 

 

 

 

L’Italia era libera

 

 

 

L'Italia era libera come una gazzella

prima che le camicie nere l'imbrattassero,

polposa come un verso d'Omero,

dolce come il canto dell'usignolo,

generosa come mia madre,

limpida come il marengo d'oro

che mi fu regalato a un compleanno.

 

Era un cipresso di Bolgheri alto e schietto,

dura e luminosa come la tomba di Federico a Palermo,

forte come un fiume di leoni

a dar retta a Garcia Lorca,

aperta come una nave verso ogni confine.

 

Poi il nero s'addensò e sui monumenti

caddero ombre e muschio

e si piegarono le sfere del tempo

come se non avessero più sole

per camminare. Era il principio del non essere.

 

Ma niente può durare in eterno

se il bene preme e scalpita. Stupri e saccheggi

intorbidarono i villaggi.

I biondi inferociti tornavano all'ovile

scornati e delusi, e sui monti

un pugno d'uomini utilizzava le stelle

per colpire i vandali.

 

Il gelo ch'era diventato una meta

di lugubri appannaggi

perse il suo profilo, e la primavera

potè di nuovo inghirlandarsi e scoprire

le sue belle cosce di ballerina pazza.

 

                                                               

 

 

 

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