LUIGI CELI
Resistenza e Guerra |
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Ho mani bloccate, piedi |
ancorati a fondali di coralli |
crampi d'uno stravolto Giobbe, |
la guerra è alle porte, e-io-e-noi |
incerti su fili di luna bianca |
tra passato e futuro, travolti |
dalla tecnica che impone il destino. |
- La Resistenza un tempo era sui monti |
ma ogni luogo era un vermigliare |
di fuochi, nera divisa la galoppante |
ira di chi imprigionava e uccideva. |
La città ustionata offriva |
specchi-rifugio ai combattenti, |
si muoveva tra pipistrelli impazziti |
il nemico nelle notti dannate. |
- Il sangue ritrovò i suoi argini |
quando il fiume rientrò nel suo alveo |
e molti sognarono di essere liberi uccelli... |
A primavera, gli ebrei riebbero splendide albe, |
il dragone fu incarcerato negli inferi, |
e ai demoni dell'apocalisse non fu concesso |
di devastare la terra dagli angeli del Signore. |
Fu così che per poco ci riappropriammo della vita |
che ci era stata negata e ancora qualcuno |
nega per l'utopia del macchinismo compiuto. |
- Nuovi fascismi negano lo sterminio tra i dedali |
della menzogna e gli oscurantismi della memoria, |
e ancora oggi la storia invoca una natura redenta |
nelle rosate mattine della
speranza. |
Info: en.meloni@gmail.com